V'era fra i nostri esuli il fior dell'ingegno, del
sapere, del valore, del patriottismo di Sicilia; e molti illustravano la terra
natale, o insegnando o nei civili negozi o con la virtù della vita austera,
quali Francesco Ferrara, Emerico e Michele Amari. Francesco Paolo Perez,
Michele Amari lo storico, Giuseppe La Farina, Filippo Cordova, Vincenzo
Errante, Mariano Stabile, Ruggero Settimo, il marchese Torrearsa, Rosolino
Pilo, Francesco Crispi, Giacinto Carini ed altri. Tra i quali alcuni
conservavano il loro antico ideale della indipendenza di Sicilia e della confederazione
degli stati italiani; altri affinando le menti e modificando i
primi ideali di autonomia, venivano convertendosi all’idea unitaria di
Giuseppe Mazzini; ma non tutti convenivano nei mezzi; giacché alcuni,
stringendosi al Piemonte, aspettavano dalla diplomazia la libertà e unità della
patria; altri invece, più schiettamente democratici, speravano nella pronta
azione rivoluzionaria e seguivano il Mazzini. Tutti però cospiravano e corrispondevano
coi patrioti dell'isola, concertando, incoraggiando, promettendo.
Luigi Natoli - La rivoluzione siciliana nel 1860 - narrazione.
Tratto da: Rivendicazioni. La rivoluzione siciliana nel 1860 e altri scritti storici sul Risorgimento siciliano.
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