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giovedì 13 settembre 2018

Luigi Natoli e il Risorgimento siciliano. Tutti i romanzi e gli scritti storici editi I Buoni Cugini editori


Rivendicazioni. La rivoluzione siciliana del 1860 e altri scritti storici sul Risorgimento siciliano. Il volume contiene: Storia di Sicilia dalla Preistoria al Fascismo (Ed Ciuni anno 1935 - Per la parte di storia siciliana che va dal 1820 al 1860). La rivoluzione siciliana nel 1860. Narrazione (Comitato cinquantenario del 27 maggio 1860 - Palermo 1910). Di un volume di documenti sulla rivoluzione siciliana del 1860 e sulla spedizione dei Mille (Estratto mensile "Rassegna storica del Risorgimento anno XXV fasc. II Febbraio 1938 - XVI). I più piccoli garibaldini del 1860 (Estratto da "La Sicilia nel Risorgimento Italiano - anno 1931) Rivendicazioni attraverso le rivoluzioni siciliane del 1848-1860 (Cattedra italiana di pubblicità - Editrice in Treviso 1927). 
Pagine 525 - Prezzo di copertina € 24,00
Sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online. 

Braccio di Ferro avventure di un carbonaro. Romanzo storico siciliano ambientato nella rivoluzione di Palermo del 1820.
Pagine 342 - Prezzo di copertina € 22,00
Sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online.
Il volume è corredato dalle illustrazioni di Niccolò Pizzorno 





I morti tornano… Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo del 1837 travagliata dal colera. 
Pagine 384 - Prezzo di copertina € 22,00
Sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online .
Il volume è corredato dalle illustrazioni di Niccolò Pizzorno 





Chi l'uccise? Un giallo storico ambientato nella Palermo del 1848 che culmina con la rivoluzione del 12 gennaio. 
Pagine 146 - Prezzo di copertina € 13,50
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online. 
Il volume è corredato dalle illustrazioni di Niccolò Pizzorno 





I tre romanzi sul Risorgimento di Luigi Natoli sono disponibili in un unico volume che racchiude: 
Braccio di Ferro avventure di un carbonaro
I morti tornano…
Chi l'uccise?
Pagine 881 - Prezzo di copertina € 24,00
Il volume è corredato dalle illustrazioni di Niccolò Pizzorno 




Calvello il bastardo. Romanzo storico siciliano ambientato nella Palermo di fine 700, dove le avventure del protagonista Corrado Calvello si intrecciano con quelle di Francesco Paolo Di Blasi.
Prezzo di copertina € 25,00 
Sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online. 






Giuseppe Ernesto Nuccio: Pispisedda presenta i "picciotti" a Fedele. Tratto da: Picciotti e Garibaldini


L'alba si apriva nel cielo d'oriente con tenerezza grande. Fedele fu il primo a svegliarsi e come vide che Pispisedda si stropicciava gli occhi e stirava le braccia, spalancando la bocca in uno sbadiglio lungo e rumoroso, gli disse:
- Pispisedda, me ne vado.
- A quest'ora? A quest'ora i tuoi dormono la grossa; se il sole non cala a piombo sulle case non si levano. Io lo so.
- Sarà vero; ma mia madre, a quest'ora si sarà levata.
- E che premura hai?!... Voglio farti conoscere tanti picciotti amici, vieni. 
E se lo tirò appresso fino a piazza Magione, dov'era il mercato delle frutta, che cominciava già a popolarsi.
A mano a mano che i picciotti giungevano, Pispisedda li additava a Fedele:
- Ecco Sautampizzu, famoso saltatore; sorpassa un muro alto, con un lancio; balza sui muri dei giardini, alleggerisce gli alberi; arrampicandosi pei tubi dell’acqua e per le cimase tasta se tra le zucche appese sui muri accosto alle finestre, non ce ne sia qualcuna che vada a male e convenga levarla dalla compagnia delle altre.
Ecco Cacciatore, tiratore abilissimo; con una sassata coglie un uccello a volo, e dà il tocco alla campana canterina del campanile di Sant'Anna; se vai a Porta Nuova, in bocca ad uno dei giganti di pietra ci trovi un sassolino che sembra un mozzicone di sigaretta; ce l’ha buttato lui… per far fumare il gigante. 
Ecco Ferraù: più forte del principe saraceno, torce una barra di ferro con le mani; con un pugno stordisce un cavallo; dieci di noi, se vogliamo tenerlo fermo, ci manda a gambe in aria.
Ecco Centolingue; sa fare il grido di tutti gli animali: del cane, del gatto, della pecora, del bue, del ciuco, del maiale, del pipistrello, del gufo.
Ecco don Gaetanino: sa contare tutta la storia dei Reali di Francia, dei Paladini, di Bovo d'Antona, quello mezzo uomo e mezzo cavallo.... ed è coraggioso come.... Gano di Magonza. 
E la presentazione continuò un bel pezzo, mentre i picciotti, facendo spallucce, sbirciavano dall'alto in basso Fedele, che, per essere un pecoraro, stimavano di una razza inferiore alla loro. I monelli, per quanto scalzi si fossero e col vestito a brandelli erano cittadini di Palermo, la capitale, dove ci soleva stare il Re in persona. Da più anni il Re “in persona” non ci stava in Palermo e ciò era anche cagione dell'odio che sentivano i Palermitani per Casa Borbone.
Intanto, nella piazza del Mercato, la folla si veniva affittendo, il gridìo si faceva più alto, sì che Fedele, abituato ai silenzi dei monti, disse a Pispisedda:
- Me ne voglio andare: insegnami la via, ora che mi hai condotto fin qui.
E s'incamminarono.
- Questa è la Fieravecchia dove undici anni fa cominciarono a cacciare i soldati, dove nove anni fa presero Garzilli – veniva dicendo Pispisedda. – Questo è il teatro di Santa Cecilia; e questa è la chiesa di Sant'Anna, questo è il teatro Carolino, questi sono i Quattro Cantoni, ed eccoti a piazza Bologni. Quella è la statua del re Carlo V che dice: “Se il sangue non sarà alto un metro nelle strade di Palermo i birri del Borbone non se ne andranno”. Guarda, quanti ce ne sono di birri davanti al Commissariato; quello vicino la statua è la sentinella che ci sta notte e giorno. Ed ora ti saluto; mi dovresti dare la mancia come la dànno gl’Inglesi con le basette e gli occhiali verdi e il libro sempre nelle mani; ma noi siamo amici e non la voglio. Piuttosto, dimmi quando ci rivedremo?  
Fedele sorrideva malinconicamente; egli amava di già quel monello piccinino come una statuina di terracotta abbronzata; quel monello, con la bella grossa testa ricciuta, dove gli occhioni verdognoli si aprivano come grandi finestre sul mare agitato, che gli aveva fatto tanto bene, così, spensieratamente; e gli pareva di conoscerlo da molto tempo e lo appaiava di già alle altre persone che gli erano care: la madre, la signora Bianca, Rocco e Giulia e il padre suo, morto, ma tanto dolce nella memoria.
- Ci rivedremo presto o qui in città o lassù a Baida. Vieni a trovarmi e staremo insieme come fratelli; lassù l'aria buona ti farà crescere come un pioppo e sarai libero.
- Sì, ma più tardi, se scendi, mi trovi ai Quattro Cantoni o nei quartieri della Kalsa, vicino la chiesa della Gancia. Quando mi dice la testa, faccio il muratore; lavoro da don Ciccio Riso in via Vetriera. Tu puoi venirmi a trovare anche colà.
- Ti saluto.
- Servo suo – fece il monello sberrettandosi e stemperando in una sghignazzata un sorriso affettuoso. 



Giuseppe Ernesto Nuccio: Picciotti e Garibaldini. Romanzo storico nella Palermo del 1859-60.
Nella versione originale pubblicata dall'editore Bemporad nel 1919
Prefazione del dott. Rosario Atria. - Corredato dalle illustrazioni dell'epoca di Alberto della Valle
Pagine 511 - Prezzo di copertina € 22,00 
Sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicugineditori.it 
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online. 


Giuseppe Ernesto Nuccio: Picciotti e Garibaldini. Romanzo storico ambientato nella Palermo del 1859-60

Il romanzo Picciotti e Garibaldini di Giuseppe Ernesto Nuccio fu pubblicato in volume nel 1919, con illustrazioni di Alberto Della Valle, per i tipi della casa editrice fiorentina R. Bemporad & Figlio, che aveva assorbito sul finire del secolo decimonono la Libreria Editrice Felice Paggi ed era particolarmente attiva sul fronte delle proposte per i più giovani: figuravano già, all’interno del suo catalogo, opere di grande fortuna e popolarità afferenti al filone della narrativa per ragazzi, come Le avventure di Pinocchio di Collodi e Il giornalino di Gian Burrasca di Vamba.
Una prima versione del lavoro di Nuccio, con titolo I Picciotti (“i ragazzi”, in dialetto siciliano) e illustrazioni di Filiberto Scarpelli, era apparsa tra il maggio 1910 e il luglio 1911 sul “Giornalino della Domenica”, prodotto editoriale di punta della Bemporad. Significativa era la scelta del titolo, perfettamente in linea con il pubblico di riferimento del
noto settimanale illustrato, che si rifaceva ai modelli tardo-ottocenteschi del “Giornale per i Bambini” e del “Giornale dei Fanciulli”, ma guardava anche alla più recente esperienza della rivista transalpina “La Semaine de Suzette”, proponendosi di offrire al «giovine pubblico» borghese dell’Italia unita una lettura «educatrice senza esser noiosa». Il “Giornalino” si offriva ai piccoli lettori in una veste grafica accattivante, giovandosi del contributo artistico di giovani illustratori di talento, e – aspetto tutt’altro che secondario – della collaborazione di alcuni tra i più importanti esponenti del mondo letterario italiano.Un progetto di grande fascino e respiro, che portò però l’editore nel 1908 ad un deficit d’impresa: Bemporad lasciò l’iniziativa nelle mani di Bertelli, il quale riuscì a differire di qualche anno il momento della chiusura della rivista, poi disposta nel 1911.[Nell’immediato dopoguerra, il periodico riaprì i battenti, pubblicato dall’editore fiorentino Somigli, sempre sotto la direzione di Bertelli.
Ebbene, il romanzo di Giuseppe Ernesto Nuccio si inseriva in modo organico all’interno di un preciso programma di formazione del carattere nazionale, orientato verso un pubblico di giovanissimi lettori, figli della buona borghesia italiana e destinati a costituire la futura classe dirigente del Paese: progetto che, nella ricorrenza del cinquantenario dell’impresa garibaldina, intendeva anche veicolare tra i giovani della Penisola la conoscenza, per via narrativa, di snodi significativi del Risorgimento e dell’Unità d’Italia.  Va detto che, al tempo in cui scriveva Nuccio, il romanzo storico attraversava una stagione di flebile vitalità: erano ormai lontani per il genere i fasti di primo Ottocento, indissolubilmente legati alla spinta rivoluzionaria ed anzi – come ha sostenuto Vittorio Spinazzola – in età postunitaria s’era andato affermando il romanzo antistorico, particolare evoluzione del genere che si fondava sulla negazione della storia come progresso: basti pensare alle opere di ambientazione contemporanea o ultra-contemporanea di Verga, De Roberto, Pirandello, che registrano il fallimento delle speranze rivoluzionarie, denunciando l’incompiutezza del nostro Risorgimento.  Chi scriveva per un pubblico giovanile doveva mostrarsi abile nel coniugare l’intento didascalico-paideutico con quello ludico. La sfida era quella di concepire delle storie che appagassero la legittima attesa di un piacevole svago da parte dei ragazzi, senza dispiacere ai più grandi, anzi – se possibile – attraendoli nella schiera dei fruitori. Per questa ragione, la narrativa per ragazzi si configurava, precipuamente, come narrativa sui ragazzi, portando in scena protagonisti e personaggi della stessa età dei lettori, così da permettere il processo di immedesimazione e favorire il loro coinvolgimento nel testo. In quest’ottica è da inquadrare la presenza di una nutrita schiera di giovanissimi tra i personaggi dell’opera di Nuccio: da Fedele (il pecoraio di Boccadifalco, nel segno del quale s’apre il romanzo) a Rocco (che narra a Fedele, suo fratello di latte, le gesta di Crispi, Mazzini, Garibaldi, con un trasporto tale da accendere e far divampare anche in lui il fuoco rivoluzionario); da Turi a Pispisedda (il monello che aiuta don Ciccio Riso a preparare le armi per la rivoluzione e, pian piano, assurge a protagonista del racconto), ai picciotti tutti (Sautampizzu, Cacciatore, Ferraù, Centolingue, don Gaetanino): figli di Sicilia che si mischiano ai garibaldini, facendo fronte comune contro i Borboni e sacrificando, in tanti casi, la vita sull’altare di un sogno condiviso: la patria….

Dalla prefazione del dott. Rosario Atria 

Nella foto: La prima edizione pubblicata sul "Giornalino della Domenica" del 1911 dal titolo "I Picciotti". Illustrazione di Scarpelli. 



Giuseppe Ernesto Nuccio: Picciotti e Garibaldini. Romanzo storico sulla rivoluzione del 1859-60. 
Pagine 511 - Prezzo di copertina € 22,00. Con le illustrazioni di Alberto della Valle tratte dalla edizione Bemporad 1919. 
Sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it 
Disponibile in libreria e in tutti i siti di vendita online.