Scoppiava la rivoluzione
francese, che scuoteva dai cardini gli ordinamenti ancora medioevali della
società, e gettava le fondamenta di un nuovo diritto pubblico. Le monarchie ne
erano sgomente. La Corte di Napoli, assolutista, arrestò quel moto di riforme,
che lentamente andava rinnovando lo Stato, più e meglio in Napoli, che in
Sicilia, dove ostava la tenace resistenza dell’istituto parlamentare. La
politica estera ondeggiò fra le paure, e le incertezze: si temettero moti
interni; ogni aspirazione liberale fu detta giacobinismo; il sospetto guidò gli
atti a una reazione. Tre giovani furono nel 1793 impiccati a Napoli, non rei
che di innocua simpatia; ma più serio pericolo provocarono in Palermo altre
condanne.
Già erano entrate le
dottrine rivoluzionarie con la massoneria che aveva logge in Palermo, in
Messina, in Catania, in Siracusa e nei minori centri; onde vi furono arresti,
prigionie, processi, le cui carte si trovano ancora nell’Archivio di Stato.
Vittima più illustre però fu l’avvocato Francesco
Di Blasi, cadetto di nobile famiglia, dotto, autore di opere pregiate,
giurista, che imbevuto delle dottrine rivoluzionarie, attirati alcuni giovani,
fra cui dei militari, tutti della borghesia e delle maestranze, cospirò per
abbattere il Governo, e proclamare la repubblica in Sicilia, fidando più nella
generosità delle idee, che nella sicurezza dei mezzi. Doveva la rivolta
scoppiare nella Settimana Santa del 1795, reggendo la Sicilia l’arcivescovo
Lopez y Rojo, successo al Caramanico, improvvisamente morto: ma un delatore,
certo Teriaca, avvertì l’Arcivescovo e il Comandante delle Armi, generale
Walmoden. Il Di Blasi e i compagni furono arrestati e sottoposti a giudizio: egli,
torturato, non accusò che sé stesso. Fu condannato con Giulio Tenaglia,
Benedetto La Villa e Bernardo Palumbo; egli ebbe mozzato il capo, gli altri
furono impiccati, il 31 di maggio nel piano di S. Teresa, oggi Indipendenza,
tra lo squallore della città, e sotto la minaccia delle artiglierie del
Palazzo. Prima di andare al supplizio il Di Blasi scrisse due sonetti. Furono
essi i primi caduti per le nuove idee nel regno di Sicilia.
Gli eccessi e le
carneficine del Terrore e più il vilipendio della religione avevano suscitato
nel clero di Sicilia e nelle popolazioni un grande orrore pei “giacobini”, i
quali erano rappresentati come belve, nemici delle cose più sante: donde l’odio
aumentato dalla tradizionale avversione pei francesi, che strinse la Sicilia
intorno al trono. Cosicchè, calati i francesi in Italia, e temendo il Re
un’invasione, l’Isola non fu sorda alle richieste di uomini e di denari. I
grandi feudatari levarono milizie, le città offrirono le somme che poterono. Né
la pace segnata fra il re Ferdinando e la Repubblica francese nel 1796 dissipò
i timori.
Son note le vicende del
regno di Napoli in quegli ultimi anni del secolo: la rottura della pace nel
1798, richiese nuovi sacrifici ai due Regni: si requisì l’oro e l’argento dei
privati, che però non risposero tutti, pavidi di non esserne ricompensati.
Riaccesa la guerra con la
Francia, re Ferdinando occupò guasconescamente Roma; ma i suoi eserciti, furono
sconfitti ed egli ritornò rapidamente a Napoli; imbarcatosi la notte del 23
dicembre sul Vanguardia, vascello
della squadra inglese, con la famiglia, la corte, l’ambasciatore britannico e
le opere d’arte più pregiate, salpò per Palermo. Dopo una tempestosa
traversata, nella quale morì il figlioletto Alberto, vi giunse la notte del 25,
improvvisamente. La notizia, diffusasi per la città, destò commozione. Accolto
con applausi, sbarcò prima il Re, e il giorno dopo verso sera la Regina. I
Sovrani subito si misero all’opera per fortificare la Sicilia e riconquistare
il regno perduto, mentre a Napoli entravano i Francesi, e vi istituivano la
Repubblica Partenopea.
Antefatto storico tratto da: Storia di Sicilia dalla preistoria al fascismo di Luigi Natoli, inserito nel volume come prima parte per una migliore comprensione dei fatti.
Luigi Natoli: Rivendicazioni. La rivoluzione siciliana nel 1860 e altri scritti storici sul Risorgimento siciliano.
Pagine 525 - Prezzo di copertina € 24,00 - Sconto 15%.
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