I volumi sono disponibili dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it. (consegna a mezzo corriere in tutta Italia) Invia un messaggio Whatsapp al 3894697296, contattaci al cell. 3457416697 o alla mail: ibuonicugini@libero.it
In vendita su tutti gli store online. In libreria a Palermo presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour 133 e punto vendita Centro Comerciale Conca d'Oro), La nuova bancarella (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), Nuova Ipsa Editori (Piazza Leoni 60), Libreria Zacco (Corso Vittorio Emanuele 423) Libreria Nike (Via Marchese Ugo 56) Libreria Macaione Spazio Cultura (Via Marchese di Villabianca 102)

martedì 15 novembre 2016

Luigi Natoli: Francesco Riso e le premesse della rivoluzione.


Agiato fontanaro, di bell’aspetto, di gran cuore, Francesco Riso era stato attratto nella cospirazione da Giuseppe Bruno-Giordano; e ne era divenuto uno dei più attivi e audaci. Assunto il periglioso incarico, avea preso a pigione un magazzino dei frati della Gancia, contiguo al convento e vicino a casa sua, col pretesto di conservarvi doccionati e strumenti del mestiere, in realtà per depositarvi armi e munizioni; e altro magazzino aveva appigionato alla Magione per lo stesso scopo, dove durante quei giorni di preparazione, lentamente, eludendo ogni vigilanza, s’erano venuti trasportando le armi. E in quello della Gancia, il tre di aprile, in sporte di carbone, furono portate le bombe fuse dallo Chentrens e le mitraglie e i pezzi del cannone di legno, smontato. Le quali armi perciò non si trovavano ancora tutte raccolte, quando il primo di aprile il barone Pisani figlio, per incarico del comitato andò a verificare, per cui, non ricevendo buona impressione corsero parole vivaci fra il Pisani e il Riso: ma il dado era tratto, e non si dovea più aspettare.

La forza di cui poteva disporre l’animoso popolano si trovò essere di poco più che ottanta uomini, che il Riso ripartì in tre squadre; una di venti uomini, capo lui stesso, doveva appostarsi nel magazzino della Gancia; l’altra di cinquanta, alla Magione, e doveva capitanarla Salvatore La Placa, bovaro, audace e valoroso; la terza doveva capitanarla Salvatore Perricone.

Delle bombe furono portate nel palazzo Rudinì, ai Quattro Canti, per essere lanciate sulla truppa quando sarebbe scesa dalle caserme: altre armi avevano raccolto i fratelli Carlo e Carmelo Trasselli, nella loro casa, presso la Gancia, dove nella notte del tre aspettavan uomini fidati; e altri uomini presso la porta di Termini dovevano adunarsi coi fratelli Antonino e Serafino Lomonaco-Ciaccio. Di due bandiere cucite da un Impallomeni mercante di berretti, una portava egli stesso, il 3 aprile, al Riso, l’altra consegnava all’avvocato Mancuso, e doveva sventolare ai Quattro Canti.

Gli storici raccolsero che la spia fosse stata un frate della Gancia. È falso. L’equivoco nacque dal vedere il 4 aprile un fra’ Michele da Prizzi col casco dei poliziotti, unito con la sbirraglia; ma fra Michele non era della Gancia. La polizia o per essere più esatti, l’ispettore Catti, aveva ricevuto la denunzia dalla guardia di polizia segreta Francesco Basile, al quale, per imbe­cillità, certi Muratore e Urbano, avevano confidato che il 4 sarebbe scoppiata la rivolta, e lo avevano invitato a unirsi con loro, non sapendo forse che il Basile fosse un agente segreto. E ciò risulta da documenti ufficiali.
 
Luigi Natoli: La rivoluzione siciliana nel 1860. Narrazione.
Rivendicazioni. La rivoluzione siciliana nel 1860 e altri scritti storici sul Risorgimento siciliano.
Prezzo di copertina € 24,00 - Sconto 15%.
 

Nessun commento:

Posta un commento