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venerdì 12 aprile 2024

Dal diario dei fratelli Filippo e Gaetano Borghese: 13 aprile 1860. Ad ore 22 nel Toledo fra' Giuseppe Gustarelli cominciava pel primo a gridare libertà... Tratto da: Documenti e memorie della rivoluzione siciliana del 1860

Le squadriglie che trovavansi nei dintorni di Misilmeri molestate dalle continue colonne mobili che da Palermo mandavansi, e ponderata meglio la lor posizione, stimarono opportuno riunirsi a quelle che occupavano le alture di Monreale. In questo giorno istesso attaccavansi con i soldati, i quali sfrontatamente mandarono a Palermo per rinforzo: al momento partiva una compagnia la quale ebbe la peggio.
Il pensiero di eseguire la dimostrazione era oramai maturato. La manifestazione del pensiero di Palermo era necessariissima pel diportamento di tutti i paesi dell'Isola, pei quali la capitale era come di faro ai loro sguardi. E non solo pei paesi dell'isola, ma ancora la dimostrazione giovava ad ingagliardire gli animi delle squadriglie; giovava a sollecitare, e meritare gli ajuti dei generosi fratelli d'Italia. — Epperò se gli scontri dei coraggiosi insorti nei monti sostenevansi a prezzo d'immensi sacrifici, e sangue, non era d'altro verso prive di grandi pericoli l'eseguimento di una dimostrazione. In vero le strade tutte quante popolate da spie e birri, capaci di metterti le mani addosso per un gesto, uno sguardo, un mal represso sospiro; e poi il nerbo, la corda, i bagni freddi, la bajonetta, e peggio! Pertanto dai più la dimostrazione in simile posizione estimavasi come mezzo sicurissimo di cadere negli artigli della polizia. Mancavano adunque i fautori: e le persone che vantavano probità, ed ascendente sul popolo non solo negavnnsi, ma ben anco la sconsigliavano assolutamente. Soltanto pochi giovani ebbri nell'amar di patria giurarono imperterriti di gridare libertà nell'orrendo volto dei birri. Ad ore 22 nel Toledo Giuseppe Gustarelli da Messina, frate Basiliano cominciava pel primo a gridare libertà, accompagnato da altri giovani, che or noi nomineremo per loro gloria. Tal possente grido fu elettrica scintilla pe' liberi cittadini; fulmine pei birri. L'inerme trionfava sull'armato, e lo incadaveriva per la paura, e pel terrore. La vile sbirraglia estrerrefatta restò inchiodata a' posti. Dopo le acclamazioni fitte nel Toledo si usci pel vico Sant'Antonio, e spuntando a' Crucilèri si gridò nella strada Macqueda: si entrò poscia nella strada Candelai, ove le donne da' balconi egregiamente corrisposero alla sublime voce di libertà. Si tornò di nuovo nella Macqueda. e si proseguì sino al vico Scesa dei Giovenchi. L'ora era ormai tarda, e fu forza arrestarsi. Poco dopo Maniscalco accompagnato da altri infamissimi satelliti passeggiò lentamente la strada Macqueda, quasiché volesse avvelenare con la sua presenza quell'aria, che momenti prima era stata purificata dalle voci de' liberi petti. Invano la bava del serpente asperse il germogliante fiore: da quel fiore doveva necessariamente prodursi il frutto.
Ecco i nomi di quelli che organizzarono, ed eseguirono la dimostrazione: Giuseppe Gustarelli, Ignazio Eliodoro Lombardo, Gaetano e Filippo Borghese, Rosario Ferrara, Salvatore e Filippo Bozzetti, Giuseppe Tagliavia, Antonino, e Giovanni Orlando, Antonino Stancanelli, S'incenzo Piccolo, Giuseppe, ed Angelo Busà, Scipione Perrone, Pietro Porcelli, ed altri.


Comitato cittadino pel cinquantenario del 27 maggio 1860: Documenti e memorie della rivoluzione siciliana del 1860.
Il Comitato era costituito da: Giuseppe Pitrè, Luigi Natoli, Alfonso Sansone, Pipitone Federico, Salvatore Giambruno, Giuseppe Travalli, Cesare Matranga (Segretario). Il presente volume è la riproduzione anastatica di quello pubblicato nel 1910 dal suddetto Comitato, in occasione del 50° anniversario del 27 maggio.
Pagine 475 - Prezzo di copertina € 22,00
Il volume è disponibile:
Dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia, sconto 15%)
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