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mercoledì 17 maggio 2017

Luigi Natoli: l'intuizione del re Francesco II di Borbone- Tratto da: Di un volume di documenti sulla rivoluzione siciliana del 1860.


Il 20 aprile, in un proscritto, il re finalmente dà una prima notizia sulla temuta spedizione per la Sicilia di cinque o seicento “ribaldi” a bordo di un vapore inglese, S. Venefredo, capitanati da un “tal Tinconi”. Non è a fidarsi nell’ortografia e nella stampa del libro; che intende dire con quel Tinconi non sappiamo; nessuno tra gli emigrati e tra i compagni di Garibaldi e tra gli esuli ha quel nome o gli si avvicina. Lasciamolo lì, e piuttosto leggiamo più giù: “Dicesi che Garibaldi con un vapore, forse russo, verrà a Messina, e che altri siano costà”; e che a Genova si arruolerebbero “individui da imbarcarsi per Sicilia, da raggiungere Garibaldi”, e per queste ragioni stima urgente stabilire la crociera: per suo incarico il colonnello Severino, suo segretario particolare prescrive al Castelcicala le navi e i limiti assegnati a ciascuna. Sono quattordici, e circondano l’isola.

Il 30 il re dà l’annunzio che Garibaldi “il quale per incanto era sparito, ricompariva di bel nuovo in Genova il giorno 25 del corrente... La mattina del 28 egli era nelle vicinanze di Genova, dove attendeva a radunare rifuggiti ed armi, e con Medici e Bixio, suoi luogotenenti, sollecitava i preparativi d’imbarco”. E continua con altri particolari, fra cui quella che la spedizione, si diceva, invece che in Sicilia fosse diretta sul continente; ma non era vero. “È forza che si raddoppi di attività e di vigilanza”. Da questo momento cominciano le preoccupazioni per lo sbarco di Garibaldi.
Il Castelcicala si affanna ad assicurare il re che le bande sono disperse, non dice che sono distrutte; e il re se ne compiace, ma intanto si preoccupa delle forze per contrastare lo sbarco; e con preveggenza che diremmo profetica gli scrive:
Uno sbarco in Sicilia non sarà inferiore ad un numero di circa 1000 uomini, ed aggiunti a questi degli individui di paesi e contrade, che potrebbero sommuoversi per lo sbarco, e degli individui che potrebbero venire da essi armati nell’atto dello sbarco medesimo di armi, munizioni, ecc. ecc. Delle sparute colonne in un solo battaglione, non potranno certo farvi fronte; e di quale pessimo effetto sarebbe che una colonna di truppe dovesse cedere allo scontro, e, peggio, venisse fatta prigioniera, e trasportata come spettacolo in altri paesi, lascio a voi considerarlo. Epperò debbono sempre preferirsi le riunioni forti di truppe, per così poter agire di accordo con le colonne, che, come voi benissimo pensate, sbarcherebbero nei siti stessi ove i filibustieri mettessero piede a terra, e così trovarsi costoro in mezzo a due fuochi.
Il Castelcicala però opina che lo sbarco avrà luogo ad Agrigento; il re quasi insiste per Salemi e Canicattì, ma poi conclude: “Del resto, voi saprete regolare le cose nel miglior modo, e non ne dubito”.
Il re dunque ebbe la precisa intuizione di quello che sarebbe avvenuto; ma Castelcicala non pare sia persuaso, e non provvede a concentrarsi a Salemi, ma neppure ad Agrigento. Si limita a domandare un battaglione di svizzeri, e poi... poi informa il re che inviava truppe a Catania, che la colonna del generale Primerano non ha finora contribuito al ritorno dell’ordine nei distretti di Termini e di Cefalù; che il maggiore D’Ambrosio aveva fatto il disarmo di duecento persone, e cento altre cose, trascurando la cosa più importante, per cui il re perde la pazienza e scrive che sono quarantuno giorni che, con un consiglio di direttori il luogotenente avrebbe dovuto essere “alla fine della cosa”.
L’11 maggio avviene lo sbarco di Garibaldi a Marsala....


Luigi Natoli: Di un volume di documenti sulla rivoluzione siciliana del 1860 è incluso in: Rivendicazioni. La rivoluzione siciliana del 1860 e altri scritti storici sul Risorgimento siciliano.
Prezzo di copertina € 24,00 - pagine 575.
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