Avviatisi verso la città, sotto
la mitraglia innocua dei cannoni borbonici, i Mille entrarono in Marsala verso
le quattro del pomeriggio e ne occuparono le porte. Il Pentasuglia ed altri corsero a
impadronirsi del telegrafo, che aveva già trasmessa al governo di Palermo notizia
dello sbarco avvenuto: e domandandosi da questo più precisi particolari, il
Pentasuglia rispose, per l’impiegato, aver preso abbaglio, trattarsi invece di
navi cariche di zolfo. Poi ruppe il filo telegrafico. Ma a Palermo intesero che
la mano del telegrafista non era la stessa, e capirono. Scrisse qualcuno e
ripeteron poi gli altri, che a Marsala i Mille non ebbero accoglienze, o quasi
ostili: e non è vero. Certo, non furono entusiastiche; perché lo sbarco era
inaspettato, perché il cannoneggiamento dei borbonici atterrì e disperse la
popolazione, e perché improvvidamente il Sirtori, appena sbarcato, sottopose la
città a rigoroso stato d’assedio, riprovato dallo stesso Garibaldi; nondimeno,
rassicurato dagli esuli siciliani, il popolo fece liete accoglienze e gentili
offerte; e ciò Garibaldi afferma nelle sue lettere e nelle sue Memorie; consacrò il Turr in un documento
ufficiale; Guglielmo Capuzzi, dei Mille, in un suo libretto stampato nei primi
di giugno del 1860; non senza sdegno, Giacinto Bruzzesi piu volte in suoi
scritti, e, testimonianza non sospetta, il capitano inglese Marryatt nella sua
relazione all’Ammiraglio Foushawe.
Accantonate le truppe, provveduto alla difesa da possibili
aggressioni, Garibaldi pubblicò due proclami. Uno, al popolo, e diceva:
Siciliani!
Io vi ho guidato una schiera di
prodi, accorsi all’eroico grido della Sicilia: resto delle battaglie lombarde.
Noi siamo con voi; e non vi chiediamo altro che la liberazione della vostra
terra. Tutti uniti, l’opera sarà facile e breve. All’armi dunque; chi non impugnerà
un’arma è un codardo, un traditore della patria. Non vale il pretesto della mancanza
di armi. Noi avremo fucili, ma per ora un'arma qualunque ci basta impugnata dalla
destra di un valoroso. I municipi provvederanno ai bimbi, ai vecchi e alle
donne derelitte. All’armi tutti; la Sicilia insegnerà ancora una volta come si
libera un paese dagli oppressori con la potente volontà di un popolo unito.
GARIBALDI.
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