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mercoledì 24 maggio 2017

Luigi Natoli: L'entrata dei Mille a Marsala. Tratto da: La rivoluzione siciliana del 1860



Avviatisi verso la città, sotto la mitraglia innocua dei cannoni borbonici, i Mille entrarono in Marsala verso le quattro del pomeriggio e ne occuparono le porte. Il Pentasuglia ed altri corsero a impadronirsi del telegrafo, che aveva già trasmessa al governo di Palermo notizia dello sbarco avvenuto: e domandandosi da questo più precisi particolari, il Pentasuglia rispose, per l’impiegato, aver preso abbaglio, trattarsi invece di navi cariche di zolfo. Poi ruppe il filo telegrafico. Ma a Palermo inte­sero che la mano del telegrafista non era la stessa, e capirono. Scrisse qualcuno e ripeteron poi gli altri, che a Marsala i Mille non ebbero accoglienze, o quasi ostili: e non è vero. Certo, non furono entusiastiche; perché lo sbarco era inaspettato, perché il cannoneggiamento dei borbonici atterrì e disperse la popolazione, e perché improvvidamente il Sirtori, appena sbarcato, sottopose la città a rigoroso stato d’assedio, riprovato dallo stesso Garibaldi; nondimeno, rassicurato dagli esuli siciliani, il popolo fece liete accoglienze e gentili offerte; e ciò Gari­baldi afferma nelle sue lettere e nelle sue Memorie; consacrò il Turr in un documento ufficiale; Guglielmo Ca­puzzi, dei Mille, in un suo libretto stampato nei primi di giugno del 1860; non senza sdegno, Giacinto Bruzzesi piu volte in suoi scritti, e, testimonianza non sospetta, il capitano inglese Marryatt nella sua relazione all’Am­miraglio Foushawe.
Accantonate le truppe, provveduto alla difesa da possi­bili aggressioni, Garibaldi pubblicò due proclami. Uno, al popolo, e diceva:
 
Siciliani!
Io vi ho guidato una schiera di prodi, accorsi all’eroico grido della Sicilia: resto delle battaglie lombarde. Noi siamo con voi; e non vi chiediamo altro che la liberazione della vostra terra. Tutti uniti, l’opera sarà facile e breve. All’armi dunque; chi non impugnerà un’arma è un codardo, un traditore della patria. Non vale il pretesto della mancanza di armi. Noi avremo fucili, ma per ora un'arma qualunque ci basta impugnata dalla destra di un valoroso. I municipi provvederanno ai bimbi, ai vecchi e alle donne derelitte. All’armi tutti; la Sicilia insegnerà ancora una volta come si libera un paese dagli oppressori con la potente volontà di un popolo unito.
 
GARIBALDI.




Luigi Natoli: La rivoluzione siciliana del 1860, pubblicata nella raccolta: Rivendicazioni. La rivoluzione siciliana del 1860 e altri scritti storici sul Risorgimento siciliano. 
Pagine 575 - Prezzo di copertina € 24,00 - Sconto del 20% se acquistato dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it  

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