La mattina del 12, ordinate le compagnie, i Mille
presero la strada di Salemi. Dopo tredici miglia di marcia in salita, sotto il
sole cocente, per strade aperte, bivaccarono
a Rampagallo, dove un nipote di Alberto Mistretta, ricco signore di Salemi,
venne loro incontro offerendo ristoro alle truppe e ospitalità nella prossima
fattoria.
Ivi apparve a Garibaldi la prima squadriglia siciliana, di circa cinquanta uomini armati,
condotti dai fratelli Sant’Anna di Alcamo. Altri armati poco dopo si
aggregarono ai volontari, onde, riordinando il corpo, Garibaldi formò una nuova
compagnia sdoppiando l’ottava, e ponendo la nona sotto il comando di
Grizziotti.
Istituì inoltre un picciol corpo di artiglieri, che affidò all’Orsini,
e una squadra di marinai cannonieri agli ordini di Salvatore Castiglia.
Passata la notte a Rampagallo, all’alba del 13 Garibaldi mosse per Salemi,
dove già La Masa e altri liberali siciliani l’avevano preceduto per preparare
il paese.
Entrò fra le acclamazioni entusiastiche della popolazione, lo squillare
delle campane, lo sventolio delle bandiere: i Mille v’ebbero calorose accoglienze.
Impartiti ordini a Turr, provveduto ai volontari, Garibaldi passò la giornata
a studiare il suo piano e a meglio ordinare il corpo della spedizione.
Nuove
squadre giungevano; più forte e migliore delle altre quella di Giuseppe Coppola
di Monte San Giuliano, ch’ebbe compagni, giovani di provato patriottismo, i fratelli
La Russa, Vito Spada, Giuseppe Hernandez. Giungeva ancora, prezioso ausilio,
frate Giovanni Pantaleo di Castelvetrano, giovane, non privo
di cultura, ardente, enfatico, coraggioso; che non fu soltanto l'Ugo Bassi dei
Mille, come lo chiamò Garibaldi, ma anche il Pietro eremita della rivoluzione.
Garibaldi intuì tutto il vantaggio che poteva trarre dal frate, e lo spedì a
Castelvetrano per sollevarvi il popolo, mentre La Masa faceva altrettanto a
Santa Ninfa e a Partanna. Intanto si costruivano a Salemi, sotto la direzione
dell’Orsini e di Achille Campo gli affusti dei cannoni; si procuravano
cavalcature, bestie da soma, carri: si
costruivano lance per armare coloro – e non eran pochi – che non avevan fucili.
Luigi Natoli: La rivoluzione siciliana del 1860 è pubblicata in: Rivendicazioni. La rivoluzione siciliana del 1860 e altri scritti storici sul Risorgimento siciliano.
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