La mattina del 12 gennaio 1848, mentre scoppiavano le
prime fucilate, e un pugno di giovani audaci, sfidava le truppe borboniche, fu
vista una giovane donna percorrere le strade di Palermo, chiamando alle armi i
neghittosi, spronando i timidi, e distribuendo coccarde tricolori.
Sola, armata della sua
bellezza, non paventando le armi, come sicura del destino, a quella rivoluzione
scoppiata con cavalleresca puntualità aggiungeva un sapore di romanzo e di
poesia.
Quella
donna era Santa Diliberto, che rimasta vedova a venti anni, di un Astorina, e
passata dopo non molto, in seconde nozze con Pasquale Miloro, uno dei
cospiratori, era stata messa a parte dei segreti convegni; uscito il Miloro lo
aveva seguito, con quelle coccarde.
Poche
donne erano note come “donna Santuzza”. Ella doveva la sua notorietà a tre
cose: la sua bellezza, la sua eleganza semplice ma originale, la sua bottega di
guanti...
Luigi Natoli: Piccole storie nella grande - L'eroina del 12 gennaio.
Tratto da Rivendicazioni. La rivoluzione siciliana del 1860 e altri scritti storici sul Risorgimento siciliano.
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Nella foto: Museo di Storia Patria - Palermo
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