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venerdì 7 luglio 2017

Luigi Natoli: Statistiche sull'opera delle squadre siciliane nella rivoluzione del 1860. Tratto da Rivendicazioni attraverso le rivoluzioni siciliane del 1848-1860


Se le statistiche e i documenti valgono a qualche cosa, io richiamo l’attenzione degli storici su questi dati: dei volontari, nei vari combattimenti di Palermo, mori­rono 35; dei cittadini e delle squadre sono parecchie centinaia. Il 22 e il 23 novembre del 1860 il governo concedeva la pensione a ben 110 tra vedove, o madri, di Siciliani “prodi caduti combattendo per la causa nazionale dal 27 al 29 maggio”. Altre furono concedute prima, moltissime dopo; un numero grande di caduti, in quei giorni rimase ignoto. Le squadre e il popolo di Palermo, dunque, diedero un grande contributo di morti. Le statistiche compilate dall'ufficio di Stato Civile di Palermo, l’8 giugno 1860, per ordine del Dittatore, por­tano il numero dei morti per ferita, dal 27 al 29 e fino al 4 giugno, a 290, dai quali, tolte le donne, e i fan­ciulli, e i vecchi oltre i 60 anni, e i volontari dei Mille, morti tutti in quel periodo, i soldati borbonici Paler­mitani (e perciò dichiarati al Comune di Palermo) e i morti per bomba conosciuti fin allora, rimangono poco più di 200 cittadini morti di ferite; e sono soltanto i Palermitani; quelli delle squadre dei comuni, furon di­chiarati nei rispettivi municipi.
Non minore fu il contributo dei morti dato nel resto della campagna di Sicilia. Gli storici del continente parlano di divisione Medici, brigata Cosenz, ecc....; e a leggere le storie, sembra per esempio che il combatti­mento di Milazzo sia stato sostenuto dai volontari venuti col Medici e col Cosenz dal continente.
Mettiamo anche qui la verità a posto.
Le spedizioni del continente furono: la prima, quella di Garibaldi, sbarcò a Marsala un migliaio di uomini, di cui 44 siciliani; quella di Agnetta, 63 uomini, di cui 16 siciliani; quella del barone Prinzi, 110 uomini tutti del distretto di Trapani; quella di Medici 2500 uomini, molti siciliani fra essi di numero incerto; quella di Cosenz, 1500; del Sacchi, 2500; il battaglione Corte, 800: in tutto, il contributo dato dal continente superò di poco i 9700 uomini. Ora i Siciliani, i soli siciliani che ebbero diritto alla medaglia commemorativa della cam­pagna di Sicilia del 1860, come risulta dal registro che si trova all'Archivio di Stato di Palermo, sono 4735, e non si contano quelli delle squadriglie che, per cattivi precedenti, o perchè non seppero mai nulla, o perchè non continuarono in tutta la campagna, non ebbero la medaglia commemorativa ; coi quali si giungerebbe alle sei migliaia.
Questo per coloro che scrissero non aver l'Isola dato un serio contributo.
A Milazzo le forze garibaldine si componevano così: 1.a linea: Malenchini, con 3 battaglioni e 3 compagnie; Medici, 3 battaglioni e 3 compagnie, i carabinieri geno­vesi e le guide; Fabrizi, con 2 battaglioni e tre com­pagnie; 2.a linea: Cosenz, con battaglioni Dunne, Corte, Vacchieri, Corrao; riserva, Guerzoni. Ora i battaglioni Corrao, Fabrizi, Dunne, questo di giovanetti da quin­dici a diciassette anni e le compagnie Interdonato erano tutti di siciliani.
Ma di questo mi occuperò a parte, chè anche qui c'è da raddrizzare qualche cosa. E che non c'è da rad­drizzare nella storia del Risorgimento? E specialmente nei riguardi di questa povera Sicilia, che ha conosciuti tutti i sacrifici, e in compenso s'è vista strappar tutto, anche la gloria dei sacrifici compiuti?



Luigi Natoli: Rivendicazioni. La rivoluzione siciliana del 1860 e altri scritti storici sul Risorgimento siciliano. 
prezzo di copertina € 24,00 - pagine 575
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