Già altre milizie nel fervore
di quei giorni s’andavan formando; e a preparar futuri soldati e sottoufficiali
volgeva l’animo il Dittatore fra le cure del governo.
Essendo giunto in quei
giorni Alberto Mario con la moglie Jessie Withe, Garibaldi gli diede incarico
di istituire un istituto o collegio militare, per raccogliervi tutti i ragazzi
orfani o randagi o abbandonati a sé stessi; destinati forse ad accrescere il numero dei delinquenti,
salvati o redenti ora dal nobile fine a cui Garibaldi li chiamava. Il Mario si
mise all’opera alacremente, e ben presto il collegio accolse un migliaio di
giovanetti, i più vecchi dei quali non avevano diciassette anni: li vestì, li
disciplinò, li istruì. Il collegio prosperò; un mese dopo accoglieva altri
mille giovanetti, ne formò due battaglioni che diedero esempio maraviglioso di
eroismo.
Contemporaneamente l’inglese Dunne, grande
e fervido amico dell’Italia, a sue spese costituiva un battaglione di ragazzi
e giovinetti della strada, che chiamò “i figli della Libertà” e li vestì di bianco,
li armò di fucili scelti, e ogni giorno li conduceva al campo, esercitandoli;
sicché in breve di quei giovanetti, fin allora vissuti nell’ozio e nell’ignavia,
fece dei cittadini e soldati che stupivano per arditezza d’aspetto e spirito di
disciplina, e che più tardi a Milazzo fecero prodigi di valore...
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