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mercoledì 11 maggio 2022

Luigi Natoli: E i Mille entrarono in Marsala... Tratto da: La rivoluzione siciliana nel 1860. Narrazione.

 
Avviatisi verso la città, sotto la mitraglia innocua dei cannoni borbonici, i Mille entrarono in Marsala verso le quattro del pomeriggio e ne occuparono le porte. Il Pentasuglia ed altri corsero a impadronirsi del telegrafo, che aveva già trasmessa al governo di Palermo notizia dello sbarco avvenuto: e domandandosi da questo più precisi particolari, il Pentasuglia rispose, per l’impiegato, aver preso abbaglio, trattarsi invece di navi cariche di zolfo. Poi ruppe il filo telegrafico. Ma a Palermo inte­sero che la mano del telegrafista non era la stessa, e capirono. Scrisse qualcuno e ripeteron poi gli altri, che a Marsala i Mille non ebbero accoglienze, o quasi ostili: e non è vero. Certo, non furono entusiastiche; perché lo sbarco era inaspettato, perché il cannoneggiamento dei borbonici atterrì e disperse la popolazione, e perché improvvidamente il Sirtori, appena sbarcato, sottopose la città a rigoroso stato d’assedio, riprovato dallo stesso Garibaldi; nondimeno, rassicurato dagli esuli siciliani, il popolo fece liete accoglienze e gentili offerte; e ciò Gari­baldi afferma nelle sue lettere e nelle sue Memorie; consacrò il Turr in un documento ufficiale; Guglielmo Ca­puzzi, dei Mille, in un suo libretto stampato nei primi di giugno del 1860; non senza sdegno, Giacinto Bruzzesi più volte in suoi scritti, e, testimonianza non sospetta, il capitano inglese Marryatt nella sua relazione all’Am­miraglio Foushawe.
Accantonate le truppe, provveduto alla difesa da possi­bili aggressioni, Garibaldi pubblicò due proclami. Uno, al popolo, e diceva: 
Siciliani!
Io vi ho guidato una schiera di prodi, accorsi all’eroico grido della Sicilia: resto delle battaglie lombarde. Noi siamo con voi; e non vi chiediamo altro che la liberazione della vostra terra. Tutti uniti, l’opera sarà facile e breve. All’armi dunque; chi non impugnerà un’arma è un codardo, un traditore della patria. Non vale il pretesto della mancanza di armi. Noi avremo fucili, ma per ora un'arma qualunque ci basta impugnata dalla destra di un valoroso. I municipi provvederanno ai bimbi, ai vecchi e alle donne derelitte. All’armi tutti; la Sicilia insegnerà ancora una volta come si libera un paese dagli oppressori con la potente volontà di un popolo unito.
 
GARIBALDI.


Luigi Natoli: Rivendicazioni. La rivoluzione siciliana nel 1860 e altri scritti storici sul Risorgimento. 
Il volume comprende: 
Premessa storica tratta da "Storia di Sicilia dalla preistoria al fascismo" (I Buoni Cugini 2020)
La rivoluzione siciliana nel 1860. Narrazione (Comitato cittadino pel cinquantenario del 27 maggio 1860 - Palermo 1910)
Di un volume di documenti sulla rivoluzione siciliana del 1860 e sulla spedizione dei Mille (Estratto dal mensile "Rassegna storica del Risorgimento anno XXV - Fasc. II Febbraio 1938 - XVI)
I più piccoli garibaldini del 1860 (Estratto "La Sicilia nel Risorgimento italiano - Anno 1931)
Rivendicazioni attraverso le rivoluzioni siciliane del 1848-1860 (Cattedra italiana di pubblicità - Editrice in Treviso 1927)
Pagine 544 - Prezzo di copertina € 24,00
Copertina di Niccolò Pizzorno
www.ibuonicuginieditori.it 

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