Tanto i nostri che i Piemontesi sono stanchi: parecchi dormono dietro le porte dei negozi, ne ho visto dormire sulle panche del tonno; è una vera stretta al cuore, digiuni, stracchi del cammino, privi di sonno!
Quello che avvilisce è il fiero bombardamento. Parecchi piemontesi feriti hanno trovato asilo nelle famiglie agiate; il resto a S. Domenico o allo Spasimo. Tragedia, tragedia! E pure il popolo grida: "Viva Italia, Garibaldi e S. Rosalia!"
Le truppe borboniche invadenti la via Castro e le adiacenze, oltre il saccheggio e gl'incendi, uccisero nelle proprie case molti innocenti, fra i quali il maestro di francese Firaux ed il mio compagno d'ufficio Pagano; presero in ostaggio parecchie famiglie di pacifici cittadini, non risparmiando le donne e i bambini: tutti in massa furono condotti a Palazzo Reale o alla Prefettura o al Ministero. Quei disgraziati, stando in mezzo a quella sbirraglia, furono oggetto di oltreggi e di nefandezze che non si possono scrivere, ma che facilmente si comprendono.
Dopo due ore fu dato ordine dal Generale Lanza di mettere in libertà nove persone di età diversa. Quegli infelici furono staccati dalle loro famiglie e congedati. Infamia! Fatti non più di ottanta passi furono colti alle spalle da una scarica di fucileria.
Tuttavia sono insepolti nella piazza; i nomi non si conoscono. Ecco le bravure delle truppe del Borbone.
La chiesa di S. Tommaso de' Greci ai Biscottai è stata incendiata, compreso il soprastante oratorio; nell'incendio perì il cappellano Millonze, nipote del beneficiale. La chiesa della Incoronazione ed il loggiato annesso furono distrutti dagli incendi.
Le squadre ed i Piemontesi attaccano con grande violenza le truppe nelle vicinanze della Cattedrale, nella via Castro: le case della Piazzetta dei Tedeschi bruciano come vulcani; la gente scappa da quei rioni e cerca ricovero nel quartiere della Kalsa.
Ho visitato l'Ospedale dentro la Chiesa di S. Domenico; i frati e distinti cittadini assistono i feriti, buona parte di essi vengono dal piano della Lumia, nel quale rione il bombardamento ha dato la morte a non poche persone.
Arrivano molte oblazioni al Generale, sia in denaro, che in effetti di uso; la famiglia Zingone manda molti oggetti di cotonerie e materassi; altri commercianti fanno lo stesso; tutto viene conservato nell'atrio della Università, però sempre sotto la sorveglianza del Comitato provvisorio.
Il fabbricato di S. Caterina è caduto; il noto negozio di teleria del francese Berlioz è in fiamme; la profumeria Argento è al suolo; la stessa sorte ha toccato al negozio di modisteria della signora Ajello.
Il grande fabbricato brucia fino alla vista delle monache; una bomba cade al Municipio e rompe il cornicione dirimpetto alla Posta.
Da per tutto si vedono feriti, che la pietà dei cittadini toglie dalle macerie del bombardamento.
La munizione è scarsa, e se non fosse per D. Giuseppe Briuccia che aperse il magazzino e diede piombo a sufficienza al Comitato per fare palle, vi sarebbe un altro guaio. Rammacca manda polvere e si fanno cartucce nella via Stazzone: ma i fucili e i cannoni che doveva portare Garibaldi?? Siamo stati ingannati con parole; e noi minchioni che abbiamo prestato fede.
Prevedo che questa notte sarà tristissima, a molta distanza si sentono le esplosioni di bombe e granate. I Piemontesi si battono come leoni a petto nudo.
Comitato cittadino pel cinquantenario del 27 maggio 1860: Documenti e memorie della rivoluzione siciliana del 1860.
Il Comitato era costituito da: Giuseppe Pitrè, Luigi Natoli, Alfonso Sansone, Pipitone Federico, Salvatore Giambruno, Giuseppe Travalli, Cesare Matranga (Segretario). Il presente volume è la riproduzione anastatica di quello pubblicato nel 1910 dal suddetto Comitato, in occasione del 50° anniversario del 27 maggio.
Pagine 475 - Prezzo di copertina € 22,00
La prima parte comprende i documenti della rivoluzione, anteriori e posteriori al 4 aprile 1860 e fino al 27 maggio. La seconda, una scelta degli atti della Dittatura, quelli cioè che propriamente riguardano il periodo rivoluzionario, il rinnovamento politico-amministrativo della Sicilia e uomini e fatti della rivoluzione; la terza, più varia, comprende atti della rappresentanza civica, documenti riferibili alle spedizioni, diari del tempo, memorie, poesie, fra cui le memorie storiche di Filippo e Gaetano Borghese, il diario inedito di Enrico Albanese, le lettere di Giuseppe Bracco al conte Michele Amari, il diario di Antonio Beninati.
Il volume è disponibile:
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