I volumi sono disponibili dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it. (consegna a mezzo corriere in tutta Italia) Invia un messaggio Whatsapp al 3894697296, contattaci al cell. 3457416697 o alla mail: ibuonicugini@libero.it
In vendita su tutti gli store online. In libreria a Palermo presso: La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour 133 e punto vendita Centro Comerciale Conca d'Oro), La nuova bancarella (Via Cavour), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), Nuova Ipsa Editori (Piazza Leoni 60), Libreria Zacco (Corso Vittorio Emanuele 423) Libreria Nike (Via Marchese Ugo 56) Libreria Macaione Spazio Cultura (Via Marchese di Villabianca 102)

venerdì 10 maggio 2024

Luigi Natoli: Quell'11 maggio 1860 gli esuli siciliani videro con le lagrime agli occhi l'antico Erice avvolto fra le nebbie del mattino... Tratto da: La rivoluzione siciliana nel 1860. Narrazione

Elusa la crociera napoletana nel Tirreno, e mutata rotta, l’11 maggio il Piemonte e il Lombardo, filavano verso la Sicilia; e gli esuli Siciliani videro con le lagrime sugli occhi l’antico Erice avvolto fra le nebbie del mattino, faro gigantesco, che sembrava aspettare il ritorno dei figli lontani. Videro le Egadi tra il rosso vapore dell’aurora, e ritti sulle prore salutavano la madre terra, per la cui redenzione venivano a dare la vita. Garibaldi domandò a Salvatore Calvino, che era di Trapani, se conveniva tentare ivi lo sbarco; ne fu dissuaso, e anche dal Türr, che, come si era stabilito in un consiglio con Crispi, Orsini, Castiglia, propendeva per Marsala. Oltrepassata Favignana, incontrata una paranza comandata da Antonio Strazzera, fattala avvicinare, Garibaldi gli domandò se vi fossero legni da guerra napoletani in quei paraggi, e truppe in Marsala: seppe che i legni avevan preso il largo verso Sciacca, e che le truppe eran partite il giorno innanzi: ed allora ordinò che il Piemonte e il Lombardo a tutto vapore facessero rotta sopra Marsala, dove giunsero verso il tocco. Il Piemonte entrò nel porto, ove stavano all’ancora due navi inglesi l’Argus e l’Intrepid; il Lombardo arenò. Cominciò subito lo sbarco sulle scialuppe delle due navi e la paranza dello Strazzera, offertasi spontaneamente; altre barche furono obbligate a prestarsi.
Il corpo dei volontari non era ancor tutto sbarcato, quando apparvero due navi borboniche, lo Stromboli e il Capri, che venivano velocemente; e in breve si collocarono in posizione di combattimento dinanzi al porto. Ma la presenza delle due navi straniere, e la vista delle tuniche rosse sul molo, che sembrarono uniformi di truppe inglesi, resero dubitosi i comandanti delle navi borboniche; i quali per timor di complicazioni diplomatiche, mandarono un ufficiale a bordo delle navi britanniche, a chiedere informazioni prima di aprire il fuoco. L’indugio diede tempo al resto dei volontari di sbarcare, disporsi in colonna e marciare verso la città; e quando le navi borboniche tirarono, non fecero altro danno che uccidere un povero cane: sfogarono allora contro le due navi abbandonate; il Lombardo distrussero: il Piemonte rimorchiarono a Palermo, inutile trofeo della loro imperizia.
Questa nave, che avrebbe dovuto essere conservata, come testimonio di un prodigio, come cosa sacra, fu dall’Italia risorta mandata poi a Bari a far ufficio di rimorchiatore del cavafango!
Intanto, poiché non pareva al governo di Sicilia che avesse più a temere dalle bande; e perché i consueti traffici togliessero alla città l’aspetto triste e desolato, il comandante generale Salzano, con decreto del 3 maggio scioglieva “lo stato d’assedio messo nella città di Palermo e suo distretto”, mentre il luogotenente Castelcicala, con un proclama, contemporaneamente, faceva velate minacce agli agitatori e promesse di perdono ai pentiti, assicurando le intenzioni del Re per dare “alla Sicilia la maggiore prosperità e un riposato vivere civile”; e aggiungeva al proclama un altro decreto che comminava fiere prescrizioni agli asportatori e detentori di armi, senza licenza dell’autorità.
Lo stesso giorno scriveva al Ministero di Napoli, assicurando che la città ritornava alla calma, che si veniva ripigliando il lavoro, che le bande armate erano sciolte, tranquille le provincie, e che perciò non era necessario spedire altre colonne mobili. “Il potere va ripigliando tutto il suo prestigio sulle masse, le quali, per un momento illuse, credettero scosso il principio di autorità, e coll’aiuto di Dio, se la mano straniera non verrà materialmente ad incoraggiare ed a sospingere i malcontenti alla ribellione, la Sicilia, fra non guari, ritornerà alle pristine sue riposate e prospere condizioni”.
Ma intanto che il luogotenente ostentava così fondata sicurezza, circolavano per la città due proclami dal comitato segreto lanciati il 2 maggio: uno ai Siciliani, riepilogando le vicende dell’aprile, richiamando alla memoria le violenze poliziesche, protestava “il fermo proposito... di scuotere l’abborrito governo borbonico, di riunirci con le altre più fortunate provincie alla gran famiglia italiana e seguire i destini della Casa Savoia, alla quale, prima di ogni altra, la Sicilia si offerse con atto del Parlamento nel 1848, proclamato e ripetuto nelle 5 insurrezioni scoppiate dal ‘49 al ‘60”. L’altro proclama, concepito su per giù, nei medesimi termini, era diretto “ai fratelli d’Italia”. E quasi per commento ai due proclami e al decreto del luogotenente, una dimostrazione scoppiava il 2 maggio in piazza Ballarò, un’altra il 3; e le botteghe si ostinavano a rimaner chiuse, non ostante le imposizioni della polizia che volevale aperte...



Luigi Natoli: Rivendicazioni. La rivoluzione siciliana nel 1860 e altri scritti storici sul Risorgimento.
Il volume comprende:
Premessa storica tratta da "Storia di Sicilia dalla preistoria al fascismo" ed. Ciuni 1935
La rivoluzione siciliana nel 1860. Narrazione (Comitato cittadino pel cinquantenario del 27 maggio 1860 - Palermo 1910)
Di un volume di documenti sulla rivoluzione siciliana del 1860 e sulla spedizione dei Mille (Estratto dal mensile "Rassegna storica del Risorgimento anno XXV - Fasc. II Febbraio 1938 - XVI)
I più piccoli garibaldini del 1860 (Estratto "La Sicilia nel Risorgimento italiano - Anno 1931)
Rivendicazioni attraverso le rivoluzioni siciliane del 1848-1860 (Cattedra italiana di pubblicità - Editrice in Treviso 1927)
Pagine 544 - Prezzo di copertina € 24,00
Copertina di Niccolò Pizzorno
Il volume è disponibile:
Dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (sconto 15% - consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Su tutti gli store di vendita online e in libreria presso:
La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour e punto vendita centro commerciale Conca d'Oro), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), Libreria Nike (Via M.se Ugo 56), La Nuova Ipsa (Piazza Leoni 60), Libreria Macaione (Via M.se di Villabianca 102), Mondadori Point di G. Montesanto (Via M. Stabile 233) La Nuova Bancarella (Via Cavour)


Nessun commento:

Posta un commento