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mercoledì 15 maggio 2024

Luigi Natoli: 15 maggio 1860. La battaglia di Calatafimi. Tratto da: La rivoluzione siciliana nel 1860. Narrazione.

Il 15 maggio, Garibaldi, lasciata Salemi sull’albeggiare, attraversata Vita, mandò esploratori per informazioni, e seppe che i regi fatta lor base di Calatafimi, movevano per fermargli la marcia. Era infatti la colonna del generale Landi, alla quale si era congiunto il battaglione del maggiore Sforza: tremila uomini in tutto, con cannoni e uno squadrone di cavalleria. Non tutte queste forze entrarono in azione. Temendo d’esser tagliato fuori, mancando di munizioni sufficienti, non potendo far manovrare la cavalleria per le condizioni del terreno, il Landi spinse l’ottavo battaglione cacciatori e i cannoni, con l’intenzione di aggirare Garibaldi, e col resto se ne stette a Calatafimi. Per altro i suoi, armati di eccellenti carabine, occupavano forti posizioni, dalle quali difficilmente avrebbero potuto essere sloggiati. 
Garibaldi aveva a Salemi riordinato il suo piccolo esercito su due battaglioni; il primo con le compagnie Palizzolo, Stocco, Forni e Dezza, comandato dal Bixio; il secondo con le compagnie Ciaccio, Cairoli, Grizziotti, Bassini, Anfossi sotto gli ordini di Carini. I carabinieri genovesi con Antonio Mosto, l’artiglieria con Orsini, il genio con Minutilla, i marinai cannonieri con Castiglia, formavano dei corpi distinti. La strada che da Vita mena a Calatafimi, segue le ondulazioni di un terreno formato di alte colline, separate da avvallamenti. A riconoscere le posizioni del nemico, il Generale spedì innanzi il La Masa, da una parte, il Calvino dall’altra; e poco mancò l’uno e l’altro non rimanessero vittime di accidenti; il La Masa, gittatosi dal cavallo, impennatoglisi sull’orlo di un burrone, e battuto fieramente il capo, ne rimaneva stordito, e ciò gli procurò calunnie astiose: il Calvino imbattè in gente armata che voleva trascinarlo con sé. Saputo Garibaldi che i Napoletani si erano fortificati sopra una collina, detta delle Piante dei Romano (non Pianto come si è scritto) ordinò il suo corpo in battaglia. I volontari alla destra della strada carreggiabile, mirando alla sinistra dei regi, per minacciar loro la strada di Palermo; alla sinistra le squadre del Coppola e del Sant’Anna; le squadriglie senz’arme o armate soltanto di lance, avviò a coronare i colli circostanti, per spaventare il nemico; l’artiglieria rimase sulla strada, nel centro. Raggiunta la sommità delle colline di Vita scoperse il nemico; che stando sopra le colline di fronte dinanzi Calatafimi, spinse tosto una catena di cacciatori a occupare la prima collina, aprendo il fuoco. Garibaldi aveva dato ordini di non rispondere sapendo i suoi armati di vecchi fucili pressoché inservibili, e non potendo contare che sugli assalti alla baionetta. Soltanto i carabinieri genovesi, formidabili tiratori, avevano buone carabine; onde Garibaldi li mandò all’avanguardia. 
Ben presto cominciarono le fucilate; alle quali i borbonici aggiunsero i colpi dei loro cannoni ben piazzati. Ma l’ottava compagnia insofferente, senza aspettar ordine, si lanciò contro l’avanguardia borbonica, respingendola oltre la prima collina fin presso al grosso delle truppe, e allora fu necessario suonar la carica, e spingere tutte le compagnie all’assalto. Pugna terribile e micidiale. Le colline sopra le quali stavano i borbonici eran formate di grandi scaglioni, che usano i contadini per impedire alla terra di cedere alla furia delle pioggie. Bisognava conquistar questi scaglioni, un dopo l’altro, sotto la grandine de le palle e della mitraglia. Fu un fuoco d’inferno che seminò la morte. Garibaldi, con la spada nel fodero sopra l’omero, a piedi, avanzavasi lento, silenzioso fra la strage dei suoi. Bixio corse a fargli riparo, e pregarlo di ritirarsi. “Qui si fa l’Italia” – rispose, – “o si muore!”.



Luigi Natoli: Rivendicazioni. La rivoluzione siciliana nel 1860 e altri scritti storici sul Risorgimento.
Il volume comprende:
Premessa storica tratta da "Storia di Sicilia dalla preistoria al fascismo" ed. Ciuni 1935
La rivoluzione siciliana nel 1860. Narrazione (Comitato cittadino pel cinquantenario del 27 maggio 1860 - Palermo 1910)
Di un volume di documenti sulla rivoluzione siciliana del 1860 e sulla spedizione dei Mille (Estratto dal mensile "Rassegna storica del Risorgimento anno XXV - Fasc. II Febbraio 1938 - XVI)
I più piccoli garibaldini del 1860 (Estratto "La Sicilia nel Risorgimento italiano - Anno 1931)
Rivendicazioni attraverso le rivoluzioni siciliane del 1848-1860 (Cattedra italiana di pubblicità - Editrice in Treviso 1927)
Pagine 544 - Prezzo di copertina € 24,00
Copertina di Niccolò Pizzorno
Il volume è disponibile:
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