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mercoledì 15 maggio 2024

Luigi Natoli: Le squadre presero viva parte alla battaglia di Calatafimi. E chi altro dice, mente. Tratto da: La rivoluzione siciliana nel 1860. Narrazione

 
Un pugno di volontari si lancia contro i cannoni nemici; il Meneghetti e il Cariolati giungono pei primi a impadronirsi di uno di essi: l’Orsini, che aveva potuto sullo stradale piazzare la sua scarsa artiglieria, entra in buon punto in azione, mitragliando i napolitani: le squadriglie, che, non abituate a ordinato combattimento, sulle prime s’eran fermate incerte, si gittano anch’esse nel folto della mischia: molti più animosi, raggiungono le prime file dei garibaldini, dividendo con loro gli onori della pugna, della morte gloriosa, della vittoria.
Quelle balze e le colline erano state conquistate a una a una: i morti stendevano le loro ombre su la terra; i feriti gemevano. Missori, comandante delle guide, con l’occhio insanguinato, non sentiva il dolore: Bandi ferito in più parti, combatteva ancora. Elia, visto un cacciatore prender di mira Garibaldi, gli fa scudo, e riceve una palla in bocca; ma salva il Generale. Sartori di Sacile muore, Sacchi pavese è sfracellato d’una cannonata: muore De Amici. Fra’Giovanni Pantaleo pareva avesse cento anime nelle parole di fuoco, col Cristo levato in alto. Due frati francescani, combattevano per la patria nelle prime file; uno di essi, ferito alla coscia, si tolse la palla dalle carni, e tornò a combattere; un altro a chi gli chiedeva l’assoluzione, rispose: – “Son venuto per combattere, non per benedire!” – e morì, colpito in fronte.
Stanchi, assetati, i volontari, ai quali non restava da guadagnare che l’ultimo ciglione della terza collina, dopo un istante di riposo, si lanciarono all’assalto. Bixio, Cairoli, Carini, Nullo, Stocco, tutti gli ufficiali combattevano come soldati; i regi, finite le munizioni, traevan coi sassi; uno colpì nel petto lo stesso Garibaldi e lo fe’cadere; fu creduto ferito, ma si rilevò subito illeso. Fulminati dalle nostre artiglierie, ricacciati dalle baionette, spaventati dalle grida tremende delle squadriglie disarmate che coronavano i colli, i cacciatori napoletani diedero volta; lo sgomento entrò nelle loro file; lo squadrone di cavalleria fuggì dietro a loro; disordinati, lasciando armi, bagagli e qualche prigioniero, rientrarono a Calatafimi, diffondendo lo spavento negli altri e più nel generale Landi, che non avea saputo né condurre al fuoco i battaglioni che si erano battuti, né rinforzarli con truppe fresche.
I nostri dormiron sul campo, i regi in Calatafimi: il combattimento cominciato sul mezzodì, era durato più di due ore; le perdite rilevanti. I regi ebbero circa 30 morti e un centinaio di feriti; dei Mille vi furono 17 morti sul campo, 120 feriti, fra’quali Majocchi, Palizzolo, Sprovieri, Perducca, Bandi, Nullo, Martignoni, Menotti, Manin, Elia, Savi ed altri. La squadra di Monte S. Giuliano ebbe 12 morti e 35 feriti; e della squadra di Alcamo fu, tra gli altri, ferito Stefano Sant’Anna, uno dei capi; prova evidente che anche le squadre presero viva parte alla pugna: e chi altro dice, mente.
La notte fu umida e fredda, e passò nel sospetto che i regi movessero in maggior numero ad assalire il campo garibaldino; ma il Landi, impaurito dal valore dei volontari e dal numero degli insorti; sentendosi, in un terreno fremente; pavido di vedersi tagliato fuori da Palermo, con le truppe affamate, senza munizioni, abbattute dall’insuccesso; dopo aver chiesto con una lettera intercettata dai nostri “pronto aiuto” senza aspettarlo ordinò la ritirata sopra Partinico: e Garibaldi, che si aspettava un nuovo combattimento, ebbe invece dai cittadini stessi di Calatafimi notizia che i regi avevano abbandonato il paese. E allora levò il campo, e la mattina stessa del 16 entrò in Calatafimi , fra le acclamazioni del popolo festante.
(Nella foto: Fra Pantaleo)





Luigi Natoli: Rivendicazioni. La rivoluzione siciliana nel 1860 e altri scritti storici sul Risorgimento.
Il volume comprende:
Premessa storica tratta da "Storia di Sicilia dalla preistoria al fascismo" ed. Ciuni 1935
La rivoluzione siciliana nel 1860. Narrazione (Comitato cittadino pel cinquantenario del 27 maggio 1860 - Palermo 1910)
Di un volume di documenti sulla rivoluzione siciliana del 1860 e sulla spedizione dei Mille (Estratto dal mensile "Rassegna storica del Risorgimento anno XXV - Fasc. II Febbraio 1938 - XVI)
I più piccoli garibaldini del 1860 (Estratto "La Sicilia nel Risorgimento italiano - Anno 1931)
Rivendicazioni attraverso le rivoluzioni siciliane del 1848-1860 (Cattedra italiana di pubblicità - Editrice in Treviso 1927)
Pagine 544 - Prezzo di copertina € 24,00
Copertina di Niccolò Pizzorno
Il volume è disponibile:
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