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martedì 21 maggio 2024

Luigi Natoli intervista Andrea Soldano, guida devota di Rosolino Pilo... Tratto da: Rivendicazioni attraverso le rivoluzioni siciliane del 1848-1860

A settant’anni era ancora diritto, asciutto di membra, agile e vigoroso. Era uno degli oscuri militi della rivoluzione del 1860; nella quale, giovinetto allora, si gittò con entusiasmo e si rese utile per la sua fedeltà, la sua audacia, la sua destrezza. 
Egli fu la guida devota di Rosalino Pilo, e lo raccolse fra le braccia quando l’eroe, colpito alla tempia, il 21 di maggio, cadde sul Pizzo della Neviera di Monte Cristo. Ancora, dopo tanti anni, la sua devozione affettuosa verso Rosalino era viva; e, parlandone, la sua parola si faceva più raccolta e velata di una mesta commozione. 
Io lo conobbi una mattina, che venne a trovarmi commosso del ricordo che di lui era stato fatto, dopo cinquant’anni, in un pubblico discorso. Questo ricordo lo trasse per un’ora dall’ombra silenziosa della sua modestia, dove era vissuto, dimenticato per mezzo secolo, e lo aveva fatto rivivere nei bei giorni della sua giovinezza. 
Gli domandai qualche particolare sulla morte dell’eroe. Mi rispose: 
- La mattina del 21 eravamo tutti a San Martino, quando giunse la notizia che si avanzavano le truppe. Corrao si era già recato sulla Neviera, e aveva raccolto e appostato i suoi uomini. Crede forse che c’eran tutti? I soldati borbonici venivano dal Castellaccio, sparando: avevano fucili che tiravano fino a 800 metri, mentre i nostri sparavano appena a 300!... Don Rosalino e Calvino, all’udire la fucilata uscirono dal monastero salendo verso la Neviera. Io ero con loro. Corrao gli gridò: “Don Rosalino, non venite quassù, perché c’è un fuoco d’inferno; le palle fioccano come la grandine”. Ma egli rispose celiando: “Non abbiate paura, ancora la palla per me non è fusa”. E salì. Io l’accompagnai. Calvino si fermò accanto a Corrao. Noi, don Rosalino e io, salimmo più in alto, sulla cima del colle, donde Pilo poteva veder meglio la posizione. V’era un masso incavato, e vi è ancora. Pilo vi si pose, come per ripararsi; ma la testa gli sorpassava il masso. Prese un pezzo di carta e un lapis, appoggiò la carta sopra la mia spalla, e stava per scrivere, quando fu colpito alla testa. Ah! quando l’ho veduto cadere!... Gridai; e allora accorsero da basso Calvino, Corrao, ed altri: tra i quali c’era il signor Canepa di Carini, farmacista, che noi credevamo un medico. Egli asciugò un po’di sangue dalla ferita, e a me che gli chiedevo notizie, disse: – “Non vedete che esce la massa cerebrale? È morto”. Il povero Rosalino non faceva un lamento, soltanto gli occhi gli giravano terribilmente!...
- E dove fu ferito?...
- Qui, dietro l’orecchio quasi; e la palla gli uscì dalla fronte...
- Siete sicuro di questo?
- Sicurissimo. I buchi erano due, e la midolla usciva dalla fronte...
- E poi?
- Poi io gli tolsi la sciarpa tricolore di seta all’uncinetto, la borsa, il berretto... Questo berretto glielo avevo portato io da Palermo qualche giorno prima; Corrao gli levò una borsa a tracolla nella quale c’erano delle carte; poi lo prendemmo e lo portammo al coperto nella stanza della Neviera. Oh fu un dolore per tutti, un grande dolore! Noi seguitammo a combattere: il fuoco durò sette ore circa; noi non eravamo più di settantanove!... e combattemmo per sette ore contro battaglioni!... Poi Corrao ordinò la ritirata. 
- E delle voci sinistre che corsero sulla morte di Rosalino?
- Don Rosalino fu ucciso dai soldati. Eh! Se ne dissero tante. S’accusò Corrao, ma era una calunnia: con Corrao altercavano sempre, perché erano tutti e due irascibili, ma tornavano subito amici. Eppoi Corrao era così coraggioso e temerario, che non avrebbe mai commesso una viltà. Ma del resto non era materialmente possibile, perché, come le ho detto, Corrao stava più in basso, davanti a noi. Le voci più insistenti accusavano un certo S... che era delle squadre: un pezzo d’uomo!... Noi non sapevamo chi fosse: poi si seppe che era uscito dalla galera; e dopo il 27 maggio si sospettò che fosse stato una spia dei Borboni. Io seppi queste voci a Capua, sul campo; e mi sentii infiammare... Fu un miracolo se S... scampò alle mie mani; però se ne fuggì in Sicilia, dove per qualche bricconeria fu ucciso da certe persone di Partinico. 
- Ed erano fondati questi sospetti sul S...?
- Non c’era altro fondamento che il sapere S... una cosaccia. Ma poi, pensando meglio, mi son dovuto persuadere che anche questa era una calunnia; perchè quel giorno, e in quel momento S... non si trovava alla Neviera... E se anche fosse stato con la squadra, la sua posizione sarebbe stata tale da non potergli permettere di compiere il misfatto. 
- Cosicchè voi respingete tutte le storielle che corrono?
- Tutte! Tutte!... Egli è stato ucciso dai regi che venivano dal Castellaccio.
- E voi avete fatto tutta la campagna?
- Tutta. Seguii Corrao; il 28 entrai in Palermo con lui, dopo le fazioni dei Lolli e di S. Francesco di Paola. Fui a Milazzo, passai nelle Calabrie, presi parte alla battaglia del primo ottobre. Poi me ne tornai; e me ne sono stato in disparte, zitto, senza chiedere nulla; tutto quello che possiedo sono questi certificati!...
Ne tirò un fascio: tutte calde testimonianze dell’opera prestata dal Soldano durante la rivoluzione. Io le lessi, e gliele riconsegnai, con un senso di mestizia, guardando il buon vecchio con ammirazione, e direi quasi con un senso di invidia. 
Proprio invidia. Se io glielo avessi detto egli si sarebbe certamente messo a ridere; e mi avrebbe detto: 
- Come vuol lei invidiare un povero vecchio abbandonato e dimenticato? Che invidia posso destare, io, vecchio rudere d’altri tempi? Via, parliamo di cose allegre! 
(Nella foto: La Neviera a S. Martino e lo stele a Rosolino Pilo) 


Luigi Natoli: Rivendicazioni. La rivoluzione siciliana nel 1860 e altri scritti storici sul Risorgimento.
Il volume comprende:
Premessa storica tratta da "Storia di Sicilia dalla preistoria al fascismo" ed. Ciuni 1935
La rivoluzione siciliana nel 1860. Narrazione (Comitato cittadino pel cinquantenario del 27 maggio 1860 - Palermo 1910)
Di un volume di documenti sulla rivoluzione siciliana del 1860 e sulla spedizione dei Mille (Estratto dal mensile "Rassegna storica del Risorgimento anno XXV - Fasc. II Febbraio 1938 - XVI)
I più piccoli garibaldini del 1860 (Estratto "La Sicilia nel Risorgimento italiano - Anno 1931)
Rivendicazioni attraverso le rivoluzioni siciliane del 1848-1860 (Cattedra italiana di pubblicità - Editrice in Treviso 1927)
Pagine 544 - Prezzo di copertina € 24,00
Copertina di Niccolò Pizzorno
Il volume è disponibile:
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