Cadono Michele Boscarello, Damiano Fasitta, Matteo Ciotta, Francesco Migliore, Giuseppe Cordone, un Randazzo: Riso dopo esser corso al campanile a piantarvi il tricolore, scende, si batte, cade ferito da quattro colpi all’addome e al ginocchio; un birro, che qualcuno dice l’Ispettore Ferro, gli è sopra, gli ruba l’orologio, e gli dà una bajonettata all’inguine.
Qualche ora dopo il combattimento era finito. Per vincere questo pugno d’uomini, c’eran voluti un battaglione di linea, un plotone di cacciatori a cavallo, una sezione d’artiglieria, compagni d’armi, gendarmi e birri; c’era voluto un generale, il Sury; s’era dovuto atterrare una porta con gli obici, e un obice il tenente Bianchini aveva dovuto portare fin sopra al convento!
Le soldatesche si abbandonarono all’orgia del saccheggio e della strage: finirono a bajonettate uno dei caduti, ancor vivo; uccisero un frate, Giovannangelo da Montemaggiore, altri ne ferirono; il resto percossero, sputarono, legarono, trascinarono al comando di Piazza e alla Prefettura di polizia, insieme coi ribelli presi.
La città sgomenta non seguì il moto. Il comitato si sbandò. Qualcuno che doveva capitanare una squadra si ecclissò: comparve dopo il 27 maggio, nelle sale del Municipio, vestito di velluto all’Ernani, e n’ebbe ricompensa: gli altri, disanimati dal vedere scoperta la trama, creduta l’insurrezione domata in sul nascere, giudicaron vano ogni altro tentativo.
Ma nei dintorni della città seguirono fieri scontri, in quello e nei giorni successivi, fra le squadre e le colonne mobili, spedite dal generale Salzano, comandante in capo. Ai Porrazzi i regi attaccarono la squadra condotta dal Badalamenti e da G. B. Marinuzzi, e per snidarla dovettero usare l’artiglieria; ivi morì, dei nostri, Andrea Amorello, da nessuno ricordato: al ponte delle Teste, a S. Maria di Gesù, alla Guadagna avvenivano altri scontri: e qui facevan prigione Giuseppe Teresi, giovane appena ventiquattrenne, serbato al martirio. A Monreale il maggiore Bosco, coi cacciatori, dovette durar fatica per sostenere l’impeto delle squadre di Piana condotte dal Piediscalzi, di quelle di Partinico, condotte dai fratelli Damiano e Tommaso Gianì, e di quelle di Alcamo, già insorta, condotte dai fratelli Triolo di S. Anna.
Questi combattimenti durarono più giorni, e in uno di essi, il giorno dodici, cadde a Lenzitti prigioniero Liborio Vallone di Alcamo, morirono Giuseppe Fazio da Alcamo e Giuseppe Ricupati da Partinico: lo stesso Bosco scampò per miracolo alle fucilate dei fratelli Trifirò di Monreale.
Luigi Natoli: Rivendicazioni. La rivoluzione siciliana nel 1860 e altri scritti storici sul Risorgimento.
Il volume comprende:
Premessa storica tratta da "Storia di Sicilia dalla preistoria al fascismo" ed. Ciuni 1935
La rivoluzione siciliana nel 1860. Narrazione (Comitato cittadino pel cinquantenario del 27 maggio 1860 - Palermo 1910)
Di un volume di documenti sulla rivoluzione siciliana del 1860 e sulla spedizione dei Mille (Estratto dal mensile "Rassegna storica del Risorgimento anno XXV - Fasc. II Febbraio 1938 - XVI)
I più piccoli garibaldini del 1860 (Estratto "La Sicilia nel Risorgimento italiano - Anno 1931)
Rivendicazioni attraverso le rivoluzioni siciliane del 1848-1860 (Cattedra italiana di pubblicità - Editrice in Treviso 1927)
Pagine 544 - Prezzo di copertina € 24,00
Copertina di Niccolò Pizzorno
Il volume è disponibile:
Dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (sconto 15% - consegna a mezzo corriere in tutta Italia)
Su tutti gli store di vendita online e in libreria presso:
La Feltrinelli libri e musica (Via Cavour e punto vendita centro commerciale Conca d'Oro), Libreria La Vardera (Via N. Turrisi 15), Libreria Nike (Via M.se Ugo 56), La Nuova Ipsa (Piazza Leoni 60), Libreria Macaione (Via M.se di Villabianca 102), Mondadori Point di G. Montesanto (Via M. Stabile 233) La Nuova Bancarella (Via Cavour)
Nessun commento:
Posta un commento