Se Maniscalco e Salzano mostravano terribile
ostinazione, il popolo più di loro la mostrava. L'impegno
grande che tali due uomini sposavano in quelle circostanze,
noi lo crediamo figlio di personale interesse, e delle proprie
passioni, non mai del dovere di difendere il loro padrone;
figlio del corrivo, dell'odio, e della loro prava indole: oggi la
lotta non era tra Francesco Borbone, ed i Siciliani, ma
sibbene tra i Palermitani, e Maniscalco e Lanza.
Essi
simulavano, e dissimulavano col re di Napoli, e sino ad oggi
costui non conosceva la natura, e lo stato della rivoluzione di Sicilia.
E' vero che Maniscalco da principio la tenne come
il fatto di Bentivegna, e quel di Villabbate, e di fatti il giorno
4 aprile dopo dispersi gl'insorti della Gancia esclamò; ho
afferrata la rivoluzione pei capelli; ma al presente aveva
dovuto correggere la sua opinione.
Le squadre si trovavano parte a Ferrocavallo, e parte a
Misilmeri, e dintorni.
Il 27 moriva Francesco Riso!
(Nella foto: Salvatore Maniscalco)
Comitato cittadino pel cinquantenario del 27 maggio 1860: Documenti e memorie della rivoluzione siciliana del 1860.
Il Comitato era costituito da: Giuseppe Pitrè, Luigi Natoli, Alfonso Sansone, Pipitone Federico, Salvatore Giambruno, Giuseppe Travalli, Cesare Matranga (Segretario). Il presente volume è la riproduzione anastatica di quello pubblicato nel 1910 dal suddetto Comitato, in occasione del 50° anniversario del 27 maggio.
Pagine 475 - Prezzo di copertina € 22,00
La prima parte comprende i documenti della rivoluzione, anteriori e posteriori al 4 aprile 1860 e fino al 27 maggio. La seconda, una scelta degli atti della Dittatura, quelli cioè che propriamente riguardano il periodo rivoluzionario, il rinnovamento politico-amministrativo della Sicilia e uomini e fatti della rivoluzione; la terza, più varia, comprende atti della rappresentanza civica, documenti riferibili alle spedizioni, diari del tempo, memorie, poesie, fra cui le memorie storiche di Filippo e Gaetano Borghese, il diario inedito di Enrico Albanese, le lettere di Giuseppe Bracco al conte Michele Amari, il diario di Antonio Beninati.
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