(31 maggio 1860) Nel pomeriggio Garibaldi fece un giro di ispezione per la città. Io ero presente, ma stimo veramente impossibile darvi anche una debole idea del modo ond'egli fu ricevuto in ogni dove. Fu uno di quei trionfi che sembrano essere anche troppo per un uomo. La cosa più maravigliosa che in questo genere io abbia mai veduto fu l'accoglienza fatta a Milano a Napoleone e a Vittorio Emanuele, quasi un anno fa: ed io penso che il ricevimento di ieri fu anche più straordinario. L'ingresso di quei due sovrani aveva alcun che di più formale, che era di freno alla piena espressione dell'entusiasmo popolare. Essi procedevano a cavallo circondati dalle loro guardie, mentre l'idolo del popolo, Garibaldi, nella sua tunica di flanella rossa, con una cravatta avvolta trascuratamente intorno al collo, camminava a piedi tra un'immensa folla di popolo che mandava grida di esultanza; e tutto ciò che i suoi pochi seguaci potessero fare era d'impedire che fosse trasportato sulle spalle dei cittadini. La gente a forza di spinte facevasi innanzi per baciargli le mani o almeno toccare i lembi del suo vestito, come se quel tocco fosse la panacea dei patimenti passati e futuri. Le madri sollevavano i bambini chiedendo che li benedicesse, e in tutta questa frenesia di gioia l'idolatrato eroe, tranquillo e sorridente come nell'ora di fuoco più micidiale, prendeva in braccio i bambini e li baciava, sforzandosi nello stesso tempo di calmare la folla, fermandosi ad ogni momento per ascoltare la lacrimevole storia di case bruciate, di roba rubata dai fuggenti soldati, dando buoni consigli, confortando e promettendo che tutti i danni verrebbero debitamente riparati.
Io non ho avuto il tempo di recarmi su tutti i luoghi dai quali le Borboniche soldatesche sono state cacciate; ma solo andando a vedere da sè, l'uomo può farsi un'idea delle perdite fatte da esse, e conoscere quanto superiore siano i Garibaldini nei combattimenti per le strade.
Comitato cittadino pel Cinquantenario del 27 maggio 1860: Documenti e memorie della rivoluzione siciliana del 1860.
A cura di Giuseppe Pitrè, Luigi Natoli, Pipitone Federico, Alfonso Sansone, Salvatore Giambruno, Giuseppe Travalli, Cesare Matranga.
La prima parte del volume comprende i documenti della rivoluzione, anteriori e posteriori al 4 aprile 1860 fino al 27 maggio. La seconda, una scelta degli atti della Dittatura che propriamente riguardano il periodo rivoluzionario, il rinnovamento politico-amministrativo della Sicilia e uomini e fatti della rivoluzione; la terza, più varia, contiene atti della rappresentanza civica, memorie, rendiconti, poesie, diari del tempo fra le quali le memorie storiche di Filippo e Gaetano Borghese - Il diario inedito di Enrico Albanese - Le lettere di Giuseppe Bracco al conte Michele Amari - Il diario di Antonio Beninati.
Pagine 475 - Prezzo di copertina € 22,00
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