Alla Gioventù Italiana,
A voi giovani, dedico quest’umile mio lavoro, dal quale emerge una breve pagina delle nostre sofferenze per arrivare alla sospirata mèta, l’unità della Patria.
Onoratelo di un vostro sguardo, e da esso apprenderete che a voi incombe il dovere di reclamare le altre Provincie tuttavia soggette allo straniero qualunque sia il sacrifizio che vi possa costare.
Nel novembre 1856 insorse in Mezzojuso, mia patria il barone Francesco Bentivegna, mentre Salvatore Spinuzza sollevava Cefalù. Traditi, entrambi vennero fucilati, il Bentivegna in Mezzojuso il 21 dicembre 1856, e lo Spinuzza in Cefalù il 14 Marzo 1857. Non per questo la bandiera della rivolta cessava un istante di sventolare ovunque, finché nel 1860 colla venuta di Garibaldi e dei suoi mille eroi abbiamo vinto.
È in onore del martire Francesco Bentivegna, che io mi sono indotto a pubblicare queste pagine perchè la gioventù impari da lui come si debba contenere in faccia ai tiranni, e come morire intrepidamente per la patria.
Non è un libro d’arte che io offro, perchè la rivoluzione interruppe i miei studii, nè più mi permise di riprenderli, ma è un racconto genuino di tutto quanto ho visto coi miei occhi, essendo stato di tutti gli avvenimenti della mia patria testimonio, e parte.
Leggetelo, studiatelo con amore, o giovani carissimi, questo racconto quanto sincero, altrettanto fedele, e così comprenderete quanto dobbiate gelosamente custodire l’unità della Patria, che a noi è costata tanto sangue e tanti sagrifizii.
Spiridione Franco
20 aprile 1899
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