Le squadre raccolte nei dintorni, movevano intanto sopra la città, come era convenuto, credendo potervi entrare di sorpresa; ma s’incontravano nelle soldatesche regie, spedite dovunque. Piccoli e insignificanti scaramucce avvenivano a porta S. Antonino e a porta di Termini: al ponte delle Teste e, più in là, fra S. Maria di Gesù e la Guadagna, dove era fatto prigioniero Giuseppe Teresi, giovane poco più che ventenne, serbato al martirio.
Più gravi fazioni si combatterono ai Porrazzi, a Monreale, a Boccadifalco, a S. Lorenzo.
Ai Porrazzi, la squadra del Badalamenti e del Marinuzzi, fortificatasi in quelle ville, sostenne validamente l’attacco delle truppe, e non potè essere snidata che dall’artiglieria: ebbe feriti, e un morto, Andrea Amorello: a Monreale il maggiore Bosco, uno dei più valorosi ufficiali dell’esercito napoletano dovette fare sforzi incredibili, con la sua colonna, per non venir sopraffatto dalle squadre di Partinico e d’Alcamo; queste condotte dal barone S. Anna, che aveva già sollevato e proclamato il governo libero nella nativa Alcamo: quelle condotte dai fratelli Damiano e Tomaso Giani; il quale ultimo aveva fatto costruire a Partinico due piccoli cannoni di legno. E gli attacchi continuarono più giorni; in uno dei quali, il 12, a Lenzitti, cadevan morti Giuseppe Fazio da Alcamo, giovane ventiduenne, e Pietro Tagliavia e Giuseppe Ricupati di Partinico, e veniva fatto prigioniero e condotto a Palermo Lorenzo Vallone, alcamese; e più tardi, da un caporale dei compagni d’arme, veniva in quei luoghi dissotterrato e trasportato al Castello a mare di Palermo, uno dei due cannoni di legno, abbandonato dagli insorti (l’altro essendo scoppiato al primo colpo): che è forse quello che si conserva al Museo.
Lo stesso Bosco scampò miracolosamente alle fucilate dei fratelli Trifirò.
II villaggio di S. Lorenzo, era stato occupato da un battaglione di fanteria comandato dal maggiore Polizzy, che doveva sbarrare il passo a numerose squadre, di cui il posto telegrafico di Sferracavallo aveva segnalato la presenza fin dal 2. Erano squadre di Capaci e di quelle contrade che s’andavano ad aggregare a quelle di Carini.
La mattina del 3, il prete Calderone in Carini uscito in piazza, col Cristo in mano, aveva chiamato il popolo a raccolta; suonate a stormo le campane, costituito un comitato, col Tondù, coi fratelli Francesco e Antonino Ajello, Antonino Correri, il padre Messeri, Vincenzo Leone, Francesco Cavoli, un Oliveri e altri, si formarono le squadre, che si misero in marcia verso Palermo. A Sferracavallo, ucciso un birro, saputo che una colonna moveva per S. Lorenzo, ripiegarono, e per le campagne, risalirono a Passo di Rigano, dove incontrate altre truppe regie, e attaccate da esse, vennero disperse. Molti fuggirono a Carini; i più furono raccolti e s’unirono ai Colli con la squadra di Carmelo Ischia e Francesco Ferrante.
Il Bruno-Giordano, andato ai Colli la sera del 3, per fornire di munizioni la squadra di Carmelo Ischia, trovata nel ritorno la via sbarrata stimò più opportuno rifare il cammino, mettersi alla testa di quella squadra e di quanti uomini poteva raccogliere, e attaccare i regi. Un primo scambio di fucilate avvenne lo stesso giorno 4; il Bruno guadagnato il quatrivio di S. Lorenzo vi si fortificò, e il 5 e il 6 vi sostenne contro le truppe regie rinforzate di altre compagnie di fanti, di cavalleria e cannoni, vivi e ostinati combattimenti, nei quali la virtù e la grandezza dell’idea prevalsero sul numero: i regi costretti a indietreggiare fino ai Leoni, lasciarono sul campo nove tra morti e dispersi e ventuno feriti, fra cui un ufficiale. I documenti borbonici chiamarono il combattimento del 5 “una vera battaglia”; e non potevan meglio tessere le lodi di quel pugno di valorosi, che per tre giorni tennero in scacco forze maggiori e meglio armate.
Luigi Natoli: Fa parte di: Rivendicazioni. La rivoluzione siciliana nel 1860 e altri scritti storici sul Risorgimento.
Pagine 544 prezzo di copertina € 24,00
Il volume comprende:
Premessa storica tratta da "Storia di Sicilia dalla preistoria al fascismo" ed. Ciuni 1935
La rivoluzione siciliana nel 1860. Narrazione (Comitato cittadino pel cinquantenario del 27 maggio 1860 - Palermo 1910)
Di un volume di documenti sulla rivoluzione siciliana del 1860 e sulla spedizione dei Mille (Estratto dal mensile "Rassegna storica del Risorgimento anno XXV - Fasc. II Febbraio 1938 - XVI)
I più piccoli garibaldini del 1860 (Estratto "La Sicilia nel Risorgimento italiano - Anno 1931)
Rivendicazioni attraverso le rivoluzioni siciliane del 1848-1860 (Cattedra italiana di pubblicità - Editrice in Treviso 1927)
Copertina di Niccolò Pizzorno
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